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La parodontite come fattore di rischio per le complicanze implantari (https://www.gengive.org/2017/09/05/la-parodontite-come-fattore-di-rischio-per-le-complicanze-implantari/)

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Introduzione

L’implantologia osteointegrata ha negli ultimi decenni rivoluzionato l’odontoiatria aumentando le possibilità terapeutiche per il trattamento di edentulie parziali e totali (ovvero la mancanza di uno, alcuni o tutti i denti). Oggi è possibile trattare con successo edentulie dovute a malattie odontoiatriche, agenesie o traumi. Il grande successo clinico degli impianti dentali, la relativa semplicità di esecuzione e talvolta interessi economici hanno portato molti dentisti a preferire la terapia implantare rispetto a terapie odontoiatriche considerate maggiormente lunghe, complesse e dal risultato meno prevedibile. Questo grande successo clinico ha portato però anche a degli eccessi, con molti denti estratti in nome della “più sicura” terapia implantare. Questo trend, particolarmente evidente negli ultimi venti anni, sta cambiando il modo in cui sono viste le comuni terapie odontoiatriche. In particolare è noto che professionisti con minor preparazione in ambito parodontale tendano ad applicare scarsi sforzi nel tentativo di mantenere denti parodontalmente compromessi e ad estrarli in favore di terapie alternative.

La Perimplantite

La problematica che oggi rappresenta il maggior rischio di insuccesso della terapia implantare è la perimplantite, una patologia infiammatoria che porta alla progressiva perdita di osso attorno all’impianto e, se non curata, alla perdita dell’impianto stesso.

In una recente studio scientifico condotto su 1500 persone a cui erano stati applicati oltre 6200 impianti, è stata rilevata la presenza di perimplantite in circa il 19% dei casi.

Si è notato che la percentuale scendeva al 14% fra i pazienti che erano inseriti in un appropriato protocollo di mantenimento implantare (ovvero che dimostravano attenzione all’igiene orale e ai controlli periodici dal dentista) mentre saliva al 21% fra i soggetti con pregressa diagnosi di parodontite ed al 37% fra i pazienti fumatori. Questa variabilità dimostra quanto sia importante che il dentista identifichi la presenza di fattori di rischio per il paziente e quanto l’attenzione di quest’ultimo alla prevenzione sia importante per evitare l’insorgenza di perimplantite.

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